Guida all'ascolto


Forte del lusinghiero riscontro di pubblico e di critica delle sue precedenti edizioni, anche quest’anno l’Associazione di Promozione Sociale “Arcadia”, in collaborazione con l’Associazione “Pietre Vive” Onlus, organizza, sotto la direzione artistica del dott. Giuseppe Marino, il Concerto di Primavera. Giunto alla sua 10ª edizione, la rassegna, nata con lo scopo di diffondere la cultura musicale, sul nostro territorio, rappresenta una prestigiosa occasione di incontro e di confronto tra le varie personalità musicali e, nel contempo, piacevole momento di ascolto per gli appassionati di musica classica.
Nell'arco di tre giornate, 30, 31 maggio e 1 giugno, si esibiranno artisti di dichiarata fama con proposte di grande spettacolo e valore culturale.
Il concerto di apertura vedrà sulla scena  gli Hathor Plectrum Quartet, ovvero un quartetto di  strumenti a plettro, che costituiscono l’unica formazione nel suo genere in Puglia. L’ensemble si è formato artisticamente presso il Conservatorio "Niccolò Piccinni" di Bari ed ha come intento la giusta rivalutazione degli strumenti a plettro classici, mettendone in evidenza la loro versatilità.
Essi ci propongono un repertorio originale e piacevole che saprà catturare l’attenzione del pubblico, dando ampio spazio, soprattutto, alle più celebri musiche della cultura partenopea e arrangiando colonne per film attraverso una ricerca timbrica che si sposa felicemente con la cristallina sonorità degli strumenti.
La rassegna prosegue nel suo secondo appuntamento con l’esibizione dell’Orchestra Giovani Talenti, composta da ragazzi provenienti da diversi paesi delle provincia di Taranto, dotati di spiccate attitudini musicali. In programma, un repertorio brioso e piacevole, che spazia dall’antico al contemporaneo. L’atmosfera sarà scaldata in apertura dall’esecuzione di un grande capolavoro di epoca barocca, la «Sonata in Re maggiore» di Giuseppe Torelli per tromba e archi,  composizione che si caratterizza per la brillantezza della scrittura, per la vivacità dei temi e per l’accurato equilibrio e integrazione conseguiti da Torelli tra la parte solistica e il “Tutti” orchestrale. A seguire, dalle travolgenti note di alcuni dei più grandi successi di Morricone, «C’era una volta il West», «C’era una volta in America» e «Gabriel’s Oboe», si giunge alla struggente melodia di «Sinfonia per un Addio» e alla «Serenissima», due celebri brani composti da Gian Piero Reverberi e Laura Giordano ed eseguiti da i Rondò veneziano, un ensemble musicale italiano, ideato e creato dallo stesso Reverberi,  che compendia la musica barocca prodotta da una tipica orchestra da camera e le sonorità della musica pop e rock.
Con «Libertango» di Astor Piazzolla  e «Por una cabeza» di Carlos Gardel ci spostiamo a tutt’altro genere di musica, quello del tango, molto apprezzato nelle sale da concerto.
L’orchestra ci propone, a questo punto, un interessante viaggio attraverso quei fenomeni musicali che rappresentano le attuali “avanguardie”. Inizialmente ascolteremo alcune composizioni, «Only time» di Enya e «Adiemus» e «Palladio» di Karl Jenkins, che appartengono al genere della musica New Age, uno stile musicale caratterizzato dall'assenza di ritmo e dal carattere meditativo, lineare e ciclico dei brani, con l'intento di offrire un ascolto rilassato dal punto di vista emotivo. Si tratta di composizioni caratterizzate da uno stile eclettico che fonde insieme elementi armonici occidentali con sonorità esotiche orientali.
A seguire, due famosissime canzoni dei Beach Boys, «Barbara Ann» e «Surfin’Usa», appartenenti al genere musicale della Surf Music, una delle forme più popolari del rock’n roll americano degli anni Sessanta, strettamente associato alla cultura giovanile del surf, nata proprio in quel periodo sulle spiagge della California meridionale. I Beach Boys sono considerati da molti, l'ultima band Surf, perché, assieme alla musica, conservano i testi trattanti il surf e la spiaggia.
Il concerto si conclude con due grandi successi dei Coldplay, un gruppo alternative rock britannico formatosi a Londra nel 1997.
La serata finale del Concerto di Primavera rappresenta un vero e proprio concerto-evento per tutta la provincia jonica. In occasione dei suoi dieci anni, l’associazione “Arcadia” ha caldamente voluto la partecipazione alla manifestazione di un ospite d’eccezione, lo strepitoso fisarmonicista Cesare Chiacchiaretta. Musicista di fama internazionale, Chiacchiaretta vanta concerti in numerose rassegne di prestigio non solo in Italia ma anche in Slovenia, Francia, Russia, Austria, Germania, Messico ecc. Premiato in importanti concorsi nazionali e internazionali, tra i quali ricordiamo il prestigioso Concorso internazionale “Città di Castelfidardo” ha suonato, in qualità di solista, con importanti orchestre e direttori, come il M° Riccardo Muti. Ha collaborato, inoltre, con artisti di fama internazionale del calibro di Corrado Giuffredi, Lorna Windsor, Danilo Rossi, Giuseppe Ettorre, etc.
La serata verrà presentata inizialmente da un giovane e talentuoso pianista tarantino, Francesco Armienti, che eseguirà una delle più celebri composizione di J. S. Bach , la «Fantasia cromatica e fuga in re minore BWV 903». La composizione presenta una struttura bipartita: si apre con una Fantasia in stile toccatistico che sfocia poi in un drammatico Recitativo, di esplicita ascendenza vocalistica. A fare da contrappeso alla libertà armonica della prima parte giunge una Fuga a tre voci, in cui la scrittura cromatica appare come imprigionata in una struttura di granitica compostezza, quasi a celebrazione di un rinnovato equilibrio musicale.
Di tutt'altro carattere è il secondo brano che il giovane pianista ci propone, ovvero «Carnaval op. 9. Piccole scene su quattro note» di Robert Schumann, a mio avviso, tra le più belle pagine musicali composte dall’autore. Si tratta di una composizione enigmatica, caratterizzata da continui cambiamenti di ritmo, scritta nel 1835 per Ernestine von Fricken di cui Schumann era innamorato. «Carnaval» è formato da 22 pezzi nei quali il musicista esprime episodi, sentimenti e persone che fanno parte della sua vita, immaginandoli inseriti in una festa di carnevale. Nelle maschere Schumann trasferisce i suoi diversi stati d’animo, sempre contrastanti: a «Pierrot» segue «Arlecchino», a «Pantalone» si contrappone «Colombina»; i due aspetti della sua personalità, il sognatore e l’uomo d’azione, si ritrovano rispettivamente in «Eusebius» e «Florestan», pseudonimi con i quali Schumann firmava le sue recensioni sul periodico Neue Zeitschrift für Musik (Nuova rivista musicale), da lui diretto per un decennio. I riferimenti alle donne sono per  «Coquette», la servetta di casa Wieck, «Estrella» (Ernestina) e «Chiarina» (Clara), la figlia di Wieck, che Schumann avrebbe poi sposato dopo una lunga lotta con il padre. Non mancano i riferimenti alla musica del tempo con omaggi a Chopin e Paganini ed agli artisti suoi amici; ad essi riserva l’ultimo movimento,  la «Davidsbündler» (la “Lega dei Compagni di Davide”) marcia vittoriosa contro i “Filistei dell’arte”, ovvero tutti quei critici e musicisti che si opponevano alle nuove istanze del mondo musicale. I 22 pezzi sono uniti da un motivo ricorrente costituito da una serie di note con le quali Schumann, sfruttando la corrispondenza tra lettere e note, introduce nella partitura la parola Asch, città natale di Ernestine; il gioco avviene mediante la successione di La bemolle, Do e Si, in tedesco As-C-H, oppure con La, Mi bemolle, Do, Si, in tedesco A-S-C-H, ed è chiaramente esplicitato nel brano centrale della composizione, dal titolo “A.S.C.H – S.C.H.A, Lettere danzanti”.
Cesare Chiacchiaretta ci propone, invece, come primo brano, «Greenleaves», una celebre melodia folk inglese. Ad esso, seguono tre Sonate di Domenico Scarlatti (K 1 in re minore, K 9 in re minore, K 19 in fa minore). Le Sonate di Scarlatti rappresentano un corpus di circa 556 brani, dei quali solo 30, appartenenti alla raccolta “Essercizi per gravicembalo”, furono stampati in vita e sottoposti alla supervisione dell’autore, mentre tutti gli altri, rimasti in forma di manoscritti, vennero pubblicati postumi, subendo spesso ampi rimaneggiamenti, anche perché il compositore era piuttosto avaro nelle indicazioni. Si tratta di composizioni dal carattere brillante che, nonostante la struttura musicale semplice (monotematica e bipartita), esprimono una varietà e una ricchezza di invenzione sorprendenti. Il virtuosismo, dunque,  condiziona sovente la pagina, senza tuttavia danneggiare la materia musicale, che viene anzi nobilitata illustrandone le splendide risorse inventive.
A seguire, ascolteremo «Scherzo tarantella op. 16» di Wenjawsky, un brano in cui il compositore abbina la forma dello scherzo, che presenta un carattere di arguzia, leggerezza e irregolarità strutturale, alla tarantella, una danza tradizionale caratterizzata da un ritmo frenetico.
Non mancherà lo spazio per la musica contemporanea, dove figura lo stesso musicista con «Toccata», un brano dal carattere virtuoso che mette in evidenza le abilità tecniche del fisarmonicista. In tema di trascrizioni, ci eseguirà, «Polka Italiana» di Sergej Rachmaninov, un brano molto grazioso e spigliato, scritto durante un soggiorno in Italia e l’«Aria di Figaro» di Rossini.
Il musicista riserverà particolare attenzione alla musica di Astor Piazzolla («Ave Maria», «Adios nonino», «Chiquilin de bachin», «Muerte del angel», «Oblivion», «Libertango») della quale è un profondo conoscitore. Il concerto si conclude con una celebra composizione di Vincenzo Monti, la «Czardas» (o Ciarda), un brano concertistico rapsodico ispirato all’omonima danza popolare ungherese.
Anche quest’anno la manifestazione avrà luogo negli splendidi scenari del Centro Storico della Città di Lizzano, la quale, in occasione del festival si trasforma in una vera cittadella musicale, luogo d'incontro per centinaia di persone provenienti da tutta la provincia.
                                         
                                                       Dott.ssa Epifani Selenia

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